L’insegnamento arriva dai giovani. Venerdì 15 marzo, i ragazzi di quasi 60 Paesi nel mondo e di oltre 500 città non andranno a scuola: sarà sciopero per il clima, una giornata di mobilitazione globale pacifica per sensibilizzare i Governi sui cambiamenti climatici e sulla necessità di cambiare marcia. Un evento storico che muove i passi dalla sedicenne svedese Greta Thunberg. Il suo intervento alla conferenza di Davos è passato alla storia: «Non voglio che abbiate speranza, voglio che agiate. Voglio che sentiate la paura che sento io ogni giorno. E voglio che passiate all’azione», aveva detto ai capi politici dei Paesi presenti. Da allora ogni venerdì ha scioperato da scuola, mettendosi davanti al Parlamento di Stoccolma.

Greta però non parla solo ai politici, ma parla al mondo degli adulti: «Dite di amare i vostri figli più di ogni cosa, invece gli state rubando il futuro». Li accusa di non impegnarsi per garantire un futuro sostenibile al pianeta, di non far sentire la loro voce per sensibilizzare i politici ad affrontare il tema del cambiamento climatico e della necessità di ridurre l’emissione dei gas serra.

Da questo è nato il movimento studentesco mondiale “Fridays for future” cui hanno aderito anche molti adulti e oltre tremila scienziati. In un appello globale, le nuove generazioni si rivolgono ai Governi affinché agiscano con determinazione per ridurre le emissioni di gas serra. Sono giovani che vogliono essere ascoltati e che saranno chiamati domani non solamente a votare, ma anche ad esprimere le nuove classi dirigenti.

Il 15 marzo solo in Italia sono previsti 109 appuntamenti in decine di città; 76 in Francia; 141 in Germania, 81 nel Regno Unito. Per il venerdì verde per il futuro sono state annunciate marce in 95 Paesi di tutti i continenti.

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