Un sistema di classificazione univoco per identificare la natura di ogni rifiuto: i codici CER, acronimo di Catalogo Europeo dei Rifiuti, sono stati introdotti nel 2000 dall’Unione Europea e successivamente adottati anche in Italia dal 2006. Ciascun codice è composto da sei cifre numeriche raggruppate in tre coppie: la funzione è appunto descrivere il processo produttivo da cui deriva un rifiuto e la sua natura specifica.

Contrariamente a quanto si possa pensare, i codici CER non riguardano soltanto i rifiuti aziendali: identificano in modo univoco tutti i tipi di rifiuti, sia professionali che domestici. Per questi ultimi, i codici tornano utili per classificare correttamente il tipo di scarto, distinguendo materiali riciclabili, pericolosi o speciali, per semplificare la raccolta differenziata e il conferimento. Per le aziende, a differenza dei privati, l’uso dei codici è obbligatorio per tracciamento e normativa.

Codici CER: i casi più ricorrenti

I codici CER entrano in gioco in diverse fasi della gestione dei rifiuti: dalla registrazione nei registri aziendali alla compilazione dei formulari di identificazione, fino alla presentazione del MUD e all’inserimento dei dati nel RENTRI. In sostanza, senza l’opportuno codice, un rifiuto non può essere classificato né gestito in modo legale.

La principale discriminante nei codici CER è la presenza di un asterisco: questo simbolo indica un rifiuto classificato come pericoloso per la salute umana o per l’ambiente. I rifiuti pericolosi devono essere raccolti in contenitori specifici, trasportati da operatori autorizzati e trattati in impianti idonei.

Chiaramente, alcuni codici CER risultano più frequenti rispetto ad altri poiché attinenti a rifiuti generati in misura maggiore nelle attività quotidiane. Andiamo allora a stilare un elenco dei codici CER più familiari per imparare a riconoscerli meglio:

  • 15 01 01: imballaggi in carta e cartone
  • 20 01 21: tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio
  • 20 01 33*: batterie e accumulatori al piombo (rifiuti pericolosi)
  • 16 02 14: apparecchiature fuori uso (non contenenti sostanze pericolose)
  • 16 02 13*: apparecchiature fuori uso (contenenti sostanze pericolose)

Tabella codici CER: esempi e significato dei rifiuti più frequenti

Per approfondire ulteriormente questo discorso, possiamo stilare una tabella esemplificativa che raccoglie alcuni tra i codici CER più comuni, associati ai rispettivi tipi di rifiuti. Questo strumento ci offre una panoramica immediata dei rifiuti più diffusi, facilitandone la classificazione, la raccolta e la corretta gestione. Eccola di seguito:

Codice CER

Descrizione del rifiuto

Tipologia

Ambito di produzione

Note operative

15 01 01

Imballaggi in carta e cartone

Non pericoloso

Uffici, commercio, ristorazione

Conferire in raccolta differenziata dedicata

15 01 02

Imballaggi in plastica

Non pericoloso

Tutti i settori

Raccolta differenziata o avvio a recupero

15 01 04

Imballaggi metallici

Non pericoloso

Industria, logistica

Raccolta separata, riciclabile

15 01 07

Imballaggi in vetro

Non pericoloso

Ristorazione, commercio

Conferire in contenitori vetro dedicati

20 01 01

Carta e cartone

Non pericoloso

Uffici, scuole, commercio

Raccolta differenziata (urbana o aziendale)

20 01 10

Abbigliamento

Non pericoloso

Commercio, domestico

Avvio a riciclo tessile o centri di raccolta

20 01 11

Tessili

Non pericoloso

Commercio, moda, uffici

Destinati a recupero o smaltimento controllato

20 01 21*

Tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio

Pericoloso

Uffici, industria, sanità

Smaltimento tramite impianti autorizzati RAEE

20 01 23*

Apparecchiature fuori uso contenenti CFC

Pericoloso

GDO, refrigerazione, industria

Ritiro specializzato per bonifica dei gas

20 01 36

Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso

Non pericoloso/Pericoloso

Tutti i settori

Gestione come RAEE, avvio a recupero autorizzato

Codici CER: come influenzano raccolta, classificazione e gestione dei rifiuti

Ricapitolando, quando un’azienda si trova davanti a uno scarto, il primo passo è riconoscere da dove viene, quali componenti ha, in che tipologia rientra. È qui che entra in gioco il codice CER in qualità di “targa identificativa”: serve a capire se il rifiuto è pericoloso o no, se occorrono contenitori speciali, procedure avanzate di sicurezza, trattamenti particolari.

Il codice CER compare sui registri di carico e scarico per documentare quantità del rifiuto, tipologia, quando è stato prodotto, quando è stato consegnato per lo smaltimento o il recupero. Persino i trasportatori che si occupano della raccolta devono conoscere il CER per stabilire il corretto percorso verso impianti autorizzati che trattino quella specifica categoria. Quando si compila il MUD o si usa RENTRI, infine, la corretta attribuzione del codice facilita la compilazione delle sezioni e aiuta a verificare che l’azienda abbia rispettato la normativa.

Ecolight Servizi gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare le aziende a identificare correttamente il codice CER dei rifiuti prodotti, attraverso delle analisi specifiche.. Grazie all’esperienza nella gestione di rifiuti speciali, pericolosi e RAEE, Ecolight Servizi supporta le imprese analizzando le caratteristiche di ogni scarto e attribuendo il codice appropriato, assicurando così conformità normativa e tracciabilità completa.

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