Ben più di un semplice obbligo di legge, la gestione dei rifiuti aziendali rappresenta un sistema organizzato pensato per garantire tracciabilità e ridurre al minimo i rischi ambientali. Si tratta di un insieme di pratiche che consentono di trattare in modo corretto tutti gli scarti prodotti da un’attività economica, qualunque sia il settore di appartenenza.

Già prima dello smaltimento dei rifiuti aziendali vero e proprio, il percorso inizia con la loro identificazione e classificazione, allo scopo di garantirne la tracciabilità e rendicontazione. Ogni fase è regolata da norme e adempimenti accurati, che coinvolgono indistintamente tutte le imprese. A cambiare sono i materiali prodotti, non il principio di fondo: quello della responsabilità diretta e della trasparenza del processo.

Nel corso di quest’articolo cercheremo di capire insieme tutto quello che c’è da sapere, cos’è e come funziona la gestione dei rifiuti aziendali.

Gestione rifiuti aziendali: obblighi per l’impresa

Che si tratti di una grande industria, di una piccola officina, di una pizzeria o di un ufficio, ogni attività economica deve identificare, classificare e gestire i propri scarti. Volendo sintetizzare alcuni degli obblighi principali, potremmo stilare una serie di attività come quella che segue:

  • Classificazione corretta dei rifiuti
  • Organizzazione dello stoccaggio temporaneo in azienda
  • Documentazione per la gestione
  • Selezione di soggetti autorizzati a trasporto e smaltimento

Chiaramente, i produttori di rifiuti pericolosi dovranno rispettare regole più severe e procedure più rigorose rispetto a chi genera soltanto rifiuti paragonabili agli urbani. Anche chi si limita a toner esausti o vecchie apparecchiature elettroniche deve comunque garantire che questi materiali seguano il giusto percorso di raccolta e smaltimento.

Tali logiche di fondo hanno una motivazione precisa: i rifiuti non sono tutti uguali e ognuno può avere un diverso impatto sull’ambiente. Per questo la legge stabilisce un sistema di responsabilità: ciascuno è tenuto a conoscere i propri obblighi, a rispettarli e a documentare correttamente ogni passaggio della gestione dei rifiuti.

Gestione rifiuti aziendali: cosa dice la legge

Per la gestione dei rifiuti aziendali in Italia esiste un quadro normativo che stabilisce regole, responsabilità e procedure da seguire. Il riferimento principale è il Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006), guidato da una logica: ogni azienda, in quanto produttrice di rifiuti, deve farsi carico della loro corretta gestione. Innanzitutto, questi vanno identificati e classificati: ciascun materiale deve essere ricondotto a un codice europeo, il cosiddetto CER, che ne definisce l’origine, ossia il processo produttivo che dà origine al rifiuto, la tipologia e la pericolosità.

Da qui discendono gli obblighi successivi: la compilazione dei registri di carico e scarico, che documentano con ordine l’entità dei rifiuti prodotti, e del Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), che accompagna ogni trasporto fino all’impianto di smaltimento o recupero. Un ulteriore dovere annuale è il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD), che consente alle autorità di monitorare la quantità e la tipologia di rifiuti sul territorio. Ciascuna azienda è vincolata a dimostrare, passo dopo passo, di aver seguito il percorso corretto: è qui che, in caso di irregolarità, entrano in gioco controlli e pesanti sanzioni.

Alcuni esempi per una corretta gestione dei rifiuti aziendali

Un primo caso concreto riguarda la ristorazione, che comporta rifiuti molto diversi tra loro: scarti alimentari, imballaggi, bottiglie di vetro, oli vegetali esausti. Questi ultimi, ad esempio, vanno raccolti separatamente e conferiti a operatori autorizzati: il ristoratore s’impegna a tenere tracciato questo passaggio per dimostrare che l’olio sia stato smaltito correttamente.

Un’impresa edile, invece, è chiamata a gestire macerie, calcinacci, legname, residui di ferro e spesso anche rifiuti pericolosi come vernici, solventi o materiali potenzialmente tossici. In questo settore gli obblighi sono molto rigidi: ogni tipologia di rifiuto va classificata con il suo codice CER, separata e conferita a impianti autorizzati. Il rischio di sanzioni è piuttosto elevato se non si seguono le procedure in modo scrupoloso.

Anche chi apparentemente produce poco, come gli uffici, non può sottrarsi ai propri doveri. Pensiamo a cartucce e toner esausti, vecchi computer e stampanti o a grandi quantità di carta: tutti questi materiali devono seguire un percorso regolamentato. I RAEE, ad esempio, non possono essere trattati come rifiuti urbani, ma devono essere affidati a soggetti autorizzati per il recupero.

Insomma, una serie di informazioni, obblighi e circostanze da tenere sempre a mente ed è proprio qui che realtà come Ecolight Servizi diventano un punto di riferimento: specializzate nella raccolta e nello smaltimento di rifiuti professionali, affiancano aziende e professionisti sia nella gestione ordinaria degli scarti sia nelle casistiche particolari.

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