Lo stallo sull’End of Waste danneggia anche la filiera RAEE. Il vetro cono dei vecchi televisori a tubo catodico, ma anche il vetro delle lampadine, il poliuretano e il silicio (materiale di cui sono ricchi, ad esempio, i pannelli solari) sono tutti materiali che non rientrano nel D.M. 5 febbraio 1998 e quindi non possono essere avviati ad un percorso di riciclo; per loro solamente la strada dello smaltimento. Il Circular Economy Network ha stilato un documento con “10 casi di blocco del riciclo dei rifiuti provocato dalla nuova norma dello “sblocca cantieri”. E tra questi c’è anche un capitolo dedicato ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, un rifiuto in costante e rapida evoluzione che, anche a seguito dell’innovazione tecnologica delle apparecchiature da cui deriva, produce continuamente nuovi flussi e induce veloci progressi delle modalità di trattamento.
La voce 5.6 del D.M. 5 febbraio 1998 cita i “Rottami elettrici ed elettronici” solo per procedere al recupero dei componenti metallici e non. La voce 5.19 “Apparecchi domestici, apparecchiature e macchinari post-consumo” prevede il semplice disassemblaggio delle componenti e dei materiali per avviarli a successivo recupero di materia, ma non per un eventuale riutilizzo delle singole parti e non prevede attività di riparazione di RAEE con l’utilizzo di parti di altri RAEE e/o la rigenerazione degli elettrodomestici, attività che si sono invece sviluppate in questi anni: nel 2018 sono state rigenerati 1.100 elettrodomestici e si stima nel 2019 che la produzione possa essere raddoppiata.
Lo stallo introdotto dalla sentenza del Consiglio di Stato non è stato risolto dal recente decreto “Sblocca Cantieri”. Andando a valutare la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), questa norma si è limitata di fatto a salvaguardare le tipologie e le attività di riciclo previste e regolate dal DM 5 febbraio 1998, escludendo quindi quelle che sono state sviluppate nel frattempo. La situazione è che alcuni materiali in uscita dagli impianti di riciclo dei RAEE non sono previsti nella quadro del 1998, e sono materiali importanti sia per la loro capacità di riciclo sia per i volumi. I rifiuti in vetro, ad esempio, costituiscono il 60% dei rifiuti dei TV e monitor (37.200 tonnellate nel 2018) e il 90% dei rifiuti provenienti dalle sorgenti luminose (3.000 tonnellate nel 2018). I rifiuti di poliuretano costituiscono circa il 15% in peso di frigoriferi, condizionatori e altre apparecchiature per lo scambio di temperatura (13.050 tonnellate nel 2018). I rifiuti in plastica sono circa il 20% dei TV e monitor (12.200 tonnellate nel 2018) e al 30% dei rifiuti provenienti dall’elettronica di consumo (18.750 tonnellate nel 2018). Le quantità di rifiuti di silicio sono attualmente piuttosto ridotte, ma nei prossimi anni il flusso di pannelli fotovoltaici destinati agli impianti di trattamento potrebbe crescere sensibilmente e con esso i quantitativi di silicio da gestire.
L’appello lanciato da oltre 50 associazioni e realtà imprenditoriali, tre le quali il Centro di Coordinamento RAEE e il Centro Nazionale di Coordinamento Pile e Accumulatori dei quali Ecolight fa parte, è di stretta attualità non solamente per dare continuità ad un impegno ambientale che ha visto fin dall’inizio in prima linea il Consorzio Ecolight ed Ecolight Servizi, ma anche per dare concreta attuazione all’economia circolare.