Dare un valore di sostenibilità a ogni capo di abbigliamento. È quanto sta sperimentando la Francia che, già operativa sul fronte della Responsabilità Estesa del Produttore in ambito tessile, ha voluto introdurre un nuovo elemento per individuare la sostenibilità di un lenzuolo o di un asciugamano. A inizio ottobre 2025 è entrato in vigore un nuovo sistema di etichettatura – per il momento solamente in forma volontaria – per contrassegnare ogni prodotto tessile con un particolare numero che ne indichi il suo “costo ambientale”. Lo scopo è chiaro: permettere al consumatore di far un acquisto ancora più consapevole, andando a valutarne anche la sua sostenibilità.

Il numero indicato sull’etichetta è direttamente proporzionale al costo ambientale del prodotto: più alto è, maggiore è la sua impronta ambientale. Questo numero considera una serie di fattori che si riferiscono alla sua produzione, in termini – ad esempio – di risorse utilizzate, alla sua gestione (trasporto), alla sua durata con la possibilità di riparazione e al suo potenziale riciclo. Tra le altre, vengono prese in considerazione anche il luogo di produzione, il rilascio di microplastiche nella fase di lavaggio e l’emissione complessiva di CO2.

Al consumatore viene così data la possibilità di scegliere non solamente in base a brand, materiale e prezzo. Ma anche tenendo conto dell’impronta ambientale che, ad esempio, un giubbotto ha rispetto a un altro. Di fatto, il confronto è possibile solamente tra prodotti della stessa tipologia: è verosimile ipotizzare infatti che un maglione possa avere un costo ambientale superiore a quello di un calzino, così come un giubbotto sia meno sostenibile di un asciugamano.

Questa iniziativa francese apre un capitolo di grande interesse per l’Italia e per l’Europa, che stanno spingendo il tessile verso una maggiore sostenibilità. Il pacchetto legato al tema “Ecodesign”, con la previsione del “passaporto digitale” va proprio in questa direzione. Inoltre, l’avvio del regime EPR, già previsto per l’Europa e in attesa del decreto operativo italiano, coinvolge i produttori nella gestione dei loro prodotti a fine vita. Un passaggio fondamentale, per il quale il consorzio Ecotessili, in collaborazione con tutte le realtà del Sistema Ecolight, ha già predisposto un vademecum dedicato alle imprese del tessile (abbigliamento, calzature, tessili per la casa e accessori).

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