Cala la quota di tutte le fibre riciclate, ma aumenta la produzione tessile. La fotografia scattata dal decimo Rapporto di Textile Exchange, organizzazione no-profit globale che opera in contatto con tutti i settori coinvolti nella catena di fornitura della moda e del tessile, descrive un settore in cambiamento dove, accanto a una crescente attenzione per la sostenibilità, c’è un mercato che continua a chiedere sempre più. Tra il 2021 e il 2022, i prodotti tessili riciclati sono leggermente diminuiti passando dall’8,5% al 7,9%, un calo dettato dal “calo della quota di mercato del poliestere riciclato” ottenuto quasi esclusivamente da bottiglie di plastica. L’altro dato significativo è l’aumento della produzione tessile che è passata da 112 a 116 milioni di tonnellate nello stesso periodo, con una tendenza che, secondo gli analisti, potrebbe arrivare a fino a 147 milioni di tonnellate nel 2030.

Il tema che si pone è il riciclo da tessile a tessile, ovvero riciclare un capo di abbigliamento in un altro. Su questo fronte i numeri del Rapporto sono implacabili: nel 2022, meno dell’1% del mercato globale delle fibre proveniva da tessuti riciclati pre e post-consumo. Per Textile Exchange c’è quindi “la necessità di raddoppiare gli sforzi per ridurre rapidamente l’uso di materiali vergini a base fossile e di investire in strategie che dissociano la creazione di valore dall’estrazione di nuovi materiali”.

Escludendo i tessuti industriali e tappeti, si stima in UE un consumo totale di tessuti di 6,6 milioni di tonnellate. L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha calcolato che ogni anno vengono raccolte separatamente tra 1,6 e 2,5 milioni tonnellate di tessili post-consumo. Di queste, tra il 50 e il 75% viene riutilizzato all’interno dell’UE o esportato. La quota maggiore del rimanente viene riciclata, ma in prodotti di qualità inferiore (come stracci o pezzame). Restano però fuori dai circuiti di raccolta, riuso e riciclo almeno 4 milioni di tonnellate.

Piccola nota positiva che emerge dal Rapporto è quella relativa alle fibre prodotte in modo sostenibile. La percentuale di fibre naturali prodotte con programmi con elementi di sostenibilità è leggermente aumentata nel 2022: nel confronto con l’anno precedente, il cotone ha visto crescere la sua produzione sostenibile dal 25% al 27%; la lana è passata dal 3% al 4,3%. In aumento invece da 63 milioni a 67 milioni di tonnellate la produzione di fibre sintetiche vergini a base fossile. Il poliestere continua ad essere la fibra più prodotta a livello globale, con il 54% del totale nel 2022.

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