La Responsabilità Estesa del Produttore in ambito tessile non è più rinviabile. Il passaggio, annunciato ormai da (almeno) tre anni, ha generato grande attesa tra i produttori che saranno chiamati a farsi carico della gestione dei rifiuti generati dai prodotti immessi sul mercato attraverso i consorzi come Ecotessili.

A richiamare ulteriore attenzione è stato il Ministero dell’Ambiente che ha avviato a inizio aprile una consultazione pubblica sulla proposta di testo. La bozza di decreto, sulla quale Ecotessili si è confrontato internamente e con  i produttori, propone un sistema Tessili che ricalca sostanzialmente quello già avviato e rodato per la gestione dei RAEE, dove il Sistema Ecolight è protagonista con il consorzio Ecolight. Alla distribuzione viene affidato un importante ruolo: di fatto, è riproposto – seppure con alcune necessarie differenze – il modello dell’Uno contro Uno e dell’Uno contro Zero. Mancano però le indispensabili semplificazioni. Come mancano alcune definizioni tecniche che possano indicare la corretta operatività dei consorzi. Per Ecotessili ci sono ancora diverse questioni da chiarire, partendo proprio da uno dei punti sui quali i Produttori sono molto attenti: il contributo ambientale. Nel testo proposto non ci sono indicazioni per una sua determinazione, se non che questo possa essere modulato sulla base di alcune specifiche del prodotto stesso, secondo le indicazioni europee in tema di ecodesign, di riuso e di riparabilità. Il tema, adesso, è quello dei tempi. I tempi del MASE per verificare le osservazioni presentate, ma anche i tempi europei per andare a definire l’EPR nel tessili all’interno della revisione della Direttiva quadro sui rifiuti. Passaggi tecnici sui quali Ecotessili vigila con attenzione, sempre al fianco dei Produttori.

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