Quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali in meno nel 2020. Nell’anno della pandemia e del lockdown, i volumi dei rifiuti speciali prodotti in Italia hanno registrato un calo complessivo del 4,5% rispetto all’anno precedente; hanno avuto invece l’incremento record del 16% i rifiuti sanitari (arrivati a 232 mila tonnellate), la maggior parte dei quali a rischio infettivo. È questa la fotografia scattata dal Rapporto Rifiuti Speciali, pubblicazione giunta alla sua 21esima edizione e curata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) che, elaborando 60 indicatori a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto, fornisce un quadro di informazioni oggettivo sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi.
La produzione di rifiuti speciali nel 2020 si è attestata a 147 milioni di tonnellate mostrando come anche i rifiuti generati dalle attività produttive (industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e risanamento ambientale) siano stati fortemente influenzati dall’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha segnato, nel 2020, il contesto socioeconomico nazionale.
I rifiuti non pericolosi, che hanno rappresentato il 93,3% del totale dei rifiuti prodotti, sono diminuiti di quasi 6,7 milioni di tonnellate (-4,6%), quelli pericolosi di poco più di 300 mila tonnellate (-3%).  Il settore delle costruzioni, in particolare, ha risentito significativamente della crisi pandemica, sia per la chiusura dei cantieri, in particolare di opere pubbliche, sia per la riduzione della manutenzione di edifici o di nuove costruzioni per l’edilizia abitativa, commerciale e non residenziale. Risultano in calo anche i quantitativi di rifiuti non pericolosi stimati da Ispra per specifici comparti produttivi a partire dalla produzione industriale.
Le motivazioni del calo sono riconducibili all’emergenza sanitaria che ha profondamente caratterizzato il 2020, fermando o limitando l’operatività di molti complessi produttivi, ma anche alla creazione dei “distretti circolari” dove flussi di materia vengono reimmessi nei cicli produttivi. Esempi virtuosi di realtà industriali che hanno creato delle filiere circolare al loro interno, abbassando così la produzione di rifiuti.
Resta sempre il fatto che i rifiuti speciali prodotti dalle aziende devono essere gestiti da soggetti autorizzati come Ecolight Servizi, questo non solamente per rispetto alle norme ambientali, ma per contribuire concretamente a una maggior tutela ambientale, sostenendo le filiere circolari.

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