È italiano il progetto che permette di ottenere dai rifiuti organici metano come fonte di energia rinnovabile e CO2 in forma pura per uso industriale ed alimentare, il tutto in un unico processo. Il team di ricercatori dell’Istituto per la tecnologia delle membrane del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itm) di Rende (CS), in collaborazione con l’azienda Tecno Project Industriale S.r.l, ha pubblicato il metodo sulla rivista Energy & Environmental Science. «Ridurre i gas serra in atmosfera è una delle sfide più importanti nella lotta contro il riscaldamento globale», spiega John Jansen, responsabile del gruppo di ricerca sulle membrane polimeriche per la separazione di gas del Cnr-Itm. «Le possibilità per realizzare questo obiettivo sono fondamentalmente due: l’utilizzo di energia rinnovabile per sostituire quella prodotta con i combustibili fossili, e il recupero e successivo stoccaggio o riutilizzo della CO2, il principale gas serra prodotto dalle attività umane. Finora non era mai stato realizzato contemporaneamente in un unico processo, obiettivo invece raggiunto. Nel processo, rifiuti organici vengono convertiti in biogas come fonte di energia rinnovabile. Allo stesso tempo, membrane – una sorta di filtri estremamente fini – separano e purificano l’anidride carbonica per successivo utilizzo».

L’innovativa metodologia è stata applicata a livello industriale in un impianto lombardo. Qui vengono prodotti circa 3.000 metri cubi di metano all’ora, sufficienti per il fabbisogno di oltre 20 mila famiglie. Simultaneamente, le 7.000 tonnellate di CO2 prodotte ogni anno, vengono ora recuperate assumendo un importante valore commerciale: l’anidride carbonica è infatti impiegata ad esempio nella produzione di acqua frizzante e di bevande gassate o per il surgelamento o l’imballaggio di alimenti in atmosfera controllata. Dice Elisa Esposito del gruppo di ricerca del Cnr-Itm e principale autore dello studio: «Un vantaggio di questa tecnologia è che può essere applicata a tutti i rifiuti organici, non solo domestici ma anche provenienti da agricoltura, allevamenti e industria alimentare, per produrre ancora più energia rinnovabile e ridurre ulteriormente l’emissione di gas serra».

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