Ecolight Servizi si è affiancata nuovamente al consorzio Ecopolietilene per il nuovo progetto che ha monitorato i beni in polietilene conferiti nelle isole ecologiche. Nell’iniziativa pilota, che ha interessato alcuni comuni della provincia di Treviso è risultato che il 30% dei rifiuti in plastica rigida appartiene alla famiglia dei beni in polietilene, quindi ha un grande valore economico e ambientale: può infatti essere riciclata interamente e attivare un concreto processo di economia circolare.
Dopo il monitoraggio nella zona di Cuneo e in provincia di Salerno, con questa terza iniziativa Ecolight Servizi e il Consorzio hanno voluto proseguire nel censimento dei beni in polietilene prodotti in ambito urbano e conferiti alle isole ecologiche. L’obiettivo non è solamente quello di individuare le quantità di beni in polietilene che finiscono nella raccolta della plastica rigida, ma studiare la possibilità di una raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuto.
Il progetto di Ecopolietilene, sviluppato in collaborazione anche con Contarina, Eco-Ricicli Veritas, si è concentrato nel territorio servito da Contarina, società pubblica per la gestione dei rifiuti nei 49 Comuni della provincia di Treviso aderenti al Bacino Priula, e ha preso in considerazione i conferimenti relativi alla frazione di rifiuti con EER 20 01 39 (plastica) effettuati presso 11 isole ecologiche (EcoCentri). Dalle quasi 8 tonnellate raccolte è stato prelevato un campione di 3 tonnellate che è diventato oggetto di analisi. Da questa attività di campionamento sono stati rinvenuti serramenti in pvc, taniche, cassette, secchi, ma anche del materiale non di plastica (legno, carta e metalli). Come rifiuti di beni in polietilene sono stati individuati bins, reti ombreggianti, cassette per l’edilizia – frutto di lavori di ristrutturazione e sistemazione di aree esterne – oltre a casalinghi marchiati PE, arredamento da esterno e giocattoli non elettronici, che testimoniano sostanzialmente l’origine domestica del rifiuto.
L’analisi è stata effettuata con un processo di selezione per polimero con tecnologia ottica e meccanica. Questo ha permesso di avere una miglior capacità di individuazione dei beni in polietilene: delle quasi tre tonnellate di rifiuti plastici presi in considerazione, circa una tonnellata è risultata riconducibile alla famiglia dei beni in polietilene. Questa, sottoposta a trattamento, è stata quindi inviata alle aziende che trasformano le materie plastiche e che usano la tecnologia di estrusione e stampaggio a iniezione. I rifiuti da beni in polietilene hanno così avuto un nuovo ciclo di vita.
Il progetto si inserisce nell’azione di studio e sensibilizzazione sui rifiuti di beni in polietilene che il Consorzio sta attuando nell’ottica non solamente di quantificare la produzione di questi rifiuti in ambito urbano, ma di migliorare anche la qualità dei rifiuti che vengono inviati agli impianti di recupero. Di fatto, i beni in polietilene sono estremamente diffusi nelle case: finalità di Ecopolietilene è anche stimolare una maggior conoscenza, sensibilizzando la popolazione sulle potenzialità ambientali di questi rifiuti.