Fase 2, riapertura e uso di mascherine e guanti . Ma come le aziende devono gestire i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) una volta utilizzati? Il tema non è del tutto semplice, anche perché dipende dalle aree geografiche dove ci si trova. A delineare però lo scenario ci ha pensato l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, nella pubblicazione del 19 aprile “Indicazioni ad interim sull’igiene degli alimenti durante l’epidemia da virus SARS-CoV-2”, ha indicato i mezzi di diffusione del virus stesso. Oltre alle micro-goccioline generati da un colpo di tosse, da uno starnuto o semplicemente dall’atto di parlare di una persona infetta, vi sono anche gli oggetti che vengono raggiunti da questi droplets. Quindi, ad esempio, le stesse mascherine o i guanti possono essere veicolo di diffusione del virus, anche se non è noto per quanto tempo questi materiali possano essere veicolo di contagio.

Sulla base di questo, la norma introduce il principio di precauzione che porta ad identificare questa tipologia di rifiuto come “rifiuti sanitari a rischio infettivo” (art. 2, comma 1, lettera d), DPR 254/2003) assegnando il codice CER 18 01 03, quindi rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni.

Questa gestione dei DPI usati da parte di aziende, enti e professionisti risente ovviamente dell’eccezionalità del periodo, legata all’emergenza sanitaria ancora in corso, e delle ordinanze che alcune regioni hanno emesso introducendo deroghe straordinarie.

Per comprendere come gestire mascherine, guanti, tute protettive ogni altro DPI adottato per il contenimento della diffusione del virus, Ecolight Servizi è a disposizione. Il team di specialisti dei rifiuti è a vostra disposizione: contattateci.

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